Descrizione
Il disegno, matita su carta da spolvero, è la copia di un progetto per la facciata di Santa Maria del Fiore; il prospetto rappresentato nella tavola è eseguito con tratto rapido, e redatto schematicamente nella parte destra. La composizione prevede un coronamento orizzontale: la nave maggiore e quelle minori sono concluse da ballatoi su archetti pensili trilobati aggettanti intorno ai contrafforti. Il ballatoio inferiore si interrompe sulla navata centrale, ove il campo fra le membrature mediane è occupato dall'inquadratura del rosone. Sotto i ballatoi si inserisce una fascia ripartita in specchiature rettangolari, che sulla navata centrale lascia spazio ad una galleria di dieci nicchie, ospitanti altrettante statue. Sotto la fascia, un'ulteriore cornice separa il registro superiore da quello inferiore. Nei quattro contrafforti, a sezione smussata od ottagona, si aprono al livello dei portali altrettanti tabernacoli con statue; superiormente trovano posto bifore cuspidate che si ripetono sopra il ballatoio delle navi minori. I portali occupano tutto lo spazio fra i contrafforti; quello centrale, binato e caratterizzato da una pronunciata strombatura, reca una mandorla sulla lunetta; l'ampia ghimberga è decorata a rilievi e coronata da un tabernacolo. I portali laterali, lunettati e cuspidati, culminano con fastigi a figura equestre.
Notizie storico critiche
Il disegno fa parte di una serie di copie di progetti per la facciata di Santa Maria del Fiore, elaborati dal giovane architetto svizzero Johann Georg Müller fra il 1844 e il 1847. Dopo gli studi all'Accademia di Monaco, e prima di trasferirsi a Basilea per intraprendere la professione, Müller viaggiò in Italia soggiornando a Firenze nel periodo in cui vi si dibatteva sul progetto di Niccolò Matas per la facciata del duomo. Quivi l'architetto iniziò ad elaborare alcune soluzioni derivanti dal linguaggio gotico (CERRETELLI C., in AA.VV., 1987, p. 95; cfr. CRESTI C., ZANGHERI L., 1978, p. 162). Le copie, conservate fra le carte di De Fabris, furono realizzata fra il 1850 e il 1860 ricalcando gli originali lasciati alla città dai parenti di Müller, e conservati in quel periodo presso gli uffici granducali (CERRTELLI C., ivi, p. 98). L'originale di questo progetto sarebbe stato eseguito dopo il soggiorno italiano, probabilmente nel 1847, con l'intenzione di trasmetterlo al granduca Leopoldo II di Toscana (CERRETELLI C., ivi, pp. 103-105).