Descrizione
Il disegno, inchiostro e matita a colori su carta, raffigura un progetto per il completamento del tamburo della cupola di Santa Maria del Fiore; nella tavola è rappresentato un prospetto della cupola, ove è illustrata l'idea progettuale. La composizione prevede l'inserimento di una cornice marmorea alla base delle vele; sotto di essa corrono una fascia di specchiature bicrome e un ballatoio balaustrato retto da un cornicione. Fra quest'ultimo e gli occhi del tamburo si inserisce un fregio continuo su architrave bicroma tripartita.
Notizie storico critiche
Il completamento della cupola di Santa Maria del Fiore venne preso in esame a partire dal 1905, per iniziativa della Deputazione promotrice della facciata. Tale associazione era stata istituita nel 1858 con lo scopo di raccogliere i fondi per la costruzione della facciata del duomo e gestirne la realizzazione. Questo mandato si esaurì soltanto nel 1902, con la messa in opera della porta bronzea di sinistra. La Deputazione rimase tuttavia in funzione per amministrare il lascito testamentario di John Temple Leader (1810-1903), nel quale il mecenate inglese esprimeva la volontà di completare il rivestimento del tamburo. Nel 1905 il Comitato esecutivo, costituito in seno alla Deputazione, fu incaricato di avviare «le pratiche opportune con L'Opera di Santa Maria del Fiore per tradurre in atto con l'aiuto di future sperabili oblazioni, e nei modi e nei tempi più acconci, la volontà del testatore» (COMITATO ESECUTIVO PER LA FACCIATA DEL DUOMO, 1943). Nel 1912 veniva considerata l'opzione di bandire un concorso, ma l'iniziativa non riuscì a concretizzarsi, anche a causa dell'entrata in guerra del Regno d'Italia nel 1915. Successivamente il progetto fu di nuovo affrontato da Rodolfo Sabatini, architetto dell'Opera di Santa Maria del Fiore, che, su mandato della fabbriceria, elaborò i disegni insieme a un modello ligneo (opera dell'artigiano Arturo Berni), che furono esposti al Museo dell'Opera nel 1942. La proposta di Sabatini si discosta dal ballatoio inserito da Baccio d'Agnolo nel 1515, e lasciato incompleto a seguito della disapprovazione di Michelangelo. Suo intento dichiarato è invece quello di mantenere inalterato lo slancio con il quale le vele si elevano dal tamburo, così come appare ove «la curva della Cupola scende liberamente fino in fondo e si raccorda tangenzialmente col verticalismo della rozza massa muraria» (Relazione del prof. ingegnere architetto Rodolfo Sabatini, in: COMITATO ESECUTIVO PER LA FACCIATA DEL DUOMO DI FIRENZE, 1943).