Descrizione
Nella zona inferiore del peduccio, il rocchetto si presenta stretto al centro da una "baltea" a forma di corda e con i due elementi laterali a forma di calici contrapposti e ricoperti da lunghe foglie lanceolate. Lungo il margine superiore del peduccio, brevi foglie ricurve verso l'alto sembrano offrire la versione naturalistica di una classica cornice ad ovuli. Nella zona sottostante, quattro foglie trilobate sormontano una sequenza di foglie di acanto.
Notizie storico critiche
Il peduccio, o mensola, può apparire come una contaminazione fra il capitello corinzio foliato e quello ionico a volute. Già in antico la tipologia a volute poteva presentarsi con una variante nella forma definita "a rocchetto", come quella che compare nella zona inferiore del peduccio in oggetto.
Il peduccio è morfologicamente affine alle mensole in pietra serena presenti nel transetto superiore della basilica di San Lorenzo a Firenze, riferite al 1446 (M. Hyman, Fifteenth century florentine Studies: The Palazzo Medici and a ledger for the curch of San Lorenzo, New York 1977), e con quelle delle cappella Pazzi, conclusa nel 1443. Queste ultime presentano anche il motivo della "baltea" centrale a forma di corda, assente invece a San Lorenzo, e il doppio coronamento foliato sopra le foglie di acanto. La pertinenza brunelleschiana di entrambe le tipologie di mensole è stata messa in dubbio a favore di un'attribuzione a Michelozzo, sia per il transetto di San Lorenzo che per la cappella Pazzi (M. Trachtemberg, Michelozzo architetto della cappella Pazzi, in Michelozzo scultore e architetto (1396-1472), a cura di G. Morolli, Firenze 1998, pp. 203-210, fgg. 8-9, p. 207). A prescindere dalla questione attributiva, resta il fatto che il peduccio rispecchia con fedeltà una tipologia attestata nella rinnovata architettura fiorentina del Rinascimento, negli anni Quaranta del XV secolo.
Relazione iconografico religiosa
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