Descrizione
La tela presenta un personaggio anziano, stempiato e barbuto, seduto ai piedi di un tronco d'albero; in grembo ha posato il bastone da pastore (sullo sfondo si intravedono le pecore del gregge) ed appoggia il mento sulla mano destra, profondamente addormentato; in alto a sinistra, appare in volo un angelo che si rivolge all'uomo invitandolo a destarsi.
Notizie storico critiche
L'opera è stata resa nota per la prima volta da Simona Lecchini Giovannoni (1994), assieme ad altre quattro tele custodite nei depositi del Museo dell'Opera del Duomo, che la studiosa ha individuato come le uniche testimonianze superstiti dell'apparato decorativo allestito nel 1589 per le nozze del granduca Ferdinando I. La tela dell'Annuncio a Gioacchino è stata così assegnata dalla Lecchini Giovannoni al pittore Cosimo Gamberucci, tanto per i caratteri stilistici – ovvero la nitidezza disegnativa dei personaggi, costruiti con pochi e saldi volumi secondo gli insegnamenti del suo grande maestro, Santi di Tito – quanto per il ricordo contenuto nei documenti dell'Opera del Duomo relativi alle spese per l'apparato nuziale, che nel 1588 registrano un pagamento al Gamberucci per un «Giovacchino» (Vasetti 2009).
Relazione iconografico religiosa
La scena è identificabile nell'episodio dell'Annuncio a Gioacchino, secondo la narrazione fattane, ad esempio, da Jacopo da Varagine nella sua celebre Legenda Aurea. Gioacchino non ha avuto figli dalla sposa Anna e, ormai anziano, viene pubblicamente umilato poiché nell'antico Israele non avere prole era considerato segno di una maledizione divina. Non resistendo più alla vergogna, fugge sui monti presso alcuni pastori, deciso a non tornare più dalla sua sposa, finché un angelo gli appare per comunicargli che Dio ha guardato alla sua grande fede e lo ha eletto quale padre della Vergine Maria.
Spesso raffigurato nei cicli sulla vita della Madonna (ad esempio in quello di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova, o in quello di Taddeo Gaddi nella Cappella Baroncelli in Santa Croce a Firenze), l'episodio dell'Annuncio a Gioacchino compariva anche nel sontuoso apparato allestito in occasione delle nozze di Ferdinando I de' Medici con Cristina di Lorena (1589): questa tela, insieme ad altre perdute, dava forma ad un ciclo di storie mariane che decorava l'interno del duomo fiorentino, intitolato appunto alla Vergine.