Descrizione
L'asta presenta un fusto liscio in gesso dorato, alla sommità una cartella sagomata con cornice in legno dorato. La cartella è dipinta a tempera su entrambi le parti: da un lato vi è rappresentato un agnello che tiene il vessillo crociato in bianco su fondo verde, su quello opposto la scritta OPA in giallo su fondo verde. La cornice è composta da motivi decorativi floreali ed a volute.
Notizie storico critiche
L'asta processionale fa parte di una serie di cinque, catalogate con NCTN 09/00230058_1, 09/00230058_2, 09/00230058_3, 09/00230058_4, 09/00230058_5. Le aste, tutte identiche, presentano elementi decorativi appartenenti ad una tipologia consueta nel XVIII secolo e sono riferibili a maestranze toscane. L'immagine dell'Agnus Dei (presente sulla cartella dell'asta), dopo essere appartenuta allo stemma della corporazione dell'Arte della Lana, divenne dal 1153 simbolo ufficiale dell'Opera di Santa Maria del Fiore in seguito alla concessione del patronato sul Battistero di San Giovanni. Il gruppo è attualmente collocato nella Sala della Presidenza dell'Opera di Santa Maria del Fiore e ciascuna è inserita su un basamento di gesso a forma di cubo (16x16x16cm). In una foto risalente al 1989 ca. si nota la sistemazione delle cinque aste addossate alla parete di fondo della Sala della Presidenza, nei nuovi uffici dell'Opera di Santa Maria del Fiore in via della Canonica, inaugurati il 15 dicembre 1988 in luogo di quello che era stato il Palazzo dell'Arcidiaconato.
Relazione iconografico religiosa
L'Agnus Dei è un immagine molto diffusa nella simbologia dell'arte ecclesiastica ed in araldica. L'agnello quando è portatore di un vessillo su cui è raffigurato una croce astile diventa iconograficamente il simbolo dell'Agnello Pasquale. L'agnello di Dio rappresenta Cristo nel ruolo di vittima sacrificale per la salvezza dell'umanità. La Pasqua, il giorno della Resurrezione di Gesù, è infatti simboleggiata dal sacrificio dell'agnello: l'uomo nell'atto di mangiare la sua carne (il corpo di cristo) riceve la vita eterna. Così narra il vangelo di Giovanni: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna” (Giovanni 6:54).