Descrizione
Il reliquiario è in argento fuso e cesellato e contiene una porzione della veste e del cuore di san Filippo Neri. Esso ha piede a profilo mistilineo costituito da sei lobi. Questi sono decorati con bassorilievi vegetali e proseguono stringendosi nel fusto, dov'è un nodo a vaso con teste di cherubino estroflesse lungo il diametro maggiore. Al di sopra sono un rocchetto circolare e un piccolo cherubino. Su di esso poggia l'ostensorio, di forma ovale, che è incorniciato da due fasce, una, all'esterno, a giorno, le seconda, interna, cesellata con volutine fitomorfe e corolle floreali. All'interno, la reliquia è tenuta distesa da una montatura a tre raggiature ai lati, e, al centro, da un cuore in cristallo. In apice, traforato a giorno, è un fastigio circolare con simboli della Passione.
Notizie storico critiche
Il reliquiario è ricordato nella visita pastorale del 1633, come realizzato alla maniera dei medaglioni in cera con l'Agnus Dei. La notizia è ripetuta dal Richa. Il Del Migliore aggiunge che la festa solenne per la canonizzazione di San Filippo si svolse nella cappella principale della tribuna sud nel 1622: questa data è assai presumibilmente l'occasione della commissione. Il Paatz e il Rossi lo citano infatti senza datarlo. Becherucci propose fosse un prodotto delle officine di Cosimo II e Maria Maddalena d'Austria, assai attive nella realizzazione di questo genere di oggetti. Nel 1999 Bicchi aggiunse la notizia di un restauro ad una vite di un reliquiario di san Filippo, forse questo; ciò varrebbe a comprovarne la datazione del 1622.
Relazione iconografico religiosa
Il reliquiario ha significativamente una forma che richiama gli Agnus Dei e gli ostensori, quindi una forte valenza eucaristica. In luogo della particola sono qui le reliquie: la veste macchiata di sangue, e il frammento del cuore di san Filippo. Il cuore è centrale nella sua devozione perché espanso per opera dello Spirito santo (come fu verificato dall'autopsia alla sua morte), quasi che fosse una stigmate, ovvero una prova corporea dell'assimilazione del santo al Cristo per amore. Questo significato chiarirebbe la presenza, in apice, dei simboli della Passione. L'idea della raggiatura, poi, è propria sì degli ostensori, ma richiama anche al significato della reliquia come traccia, prova fisica della santità, qui di san Filippo, valida a illuminare la fede del devoto orante.