Descrizione
L’arazzo rappresenta, al centro, la scena della nascita di San Giovanni Battista. Esso è costituito da una bordura con una ricca decorazione di putti, festoni di frutta e fiori, stemmi e leoni accucciati. Sono inoltre presenti personaggi sacri quali San Giovanni Battista, Zaccaria, Santa Elisabetta e figure di servi e levatrici. La scena è ambientata all’interno di un edificio.
Notizie storico critiche
L’arazzo fu eseguito dalla Manifattura Medicea, tessuto dall'arazziere Benedetto Squilli su cartone di Alessandro Allori. Esso appartiene ad una serie di otto arazzi con "Storie di San Giovanni Battista". Diverse notizie documentarie hanno permesso di ricostruire le vicende storiche e cronologiche. Il primo a pubblicare alcuni documenti riguardanti questo arazzo e la serie cui appartiene è stato il Conti (1875, I, p. 39), da cui apprendiamo che l’arazziere Squilli realizzò la tessitura dei primi quattro panni della serie che poi sarà completata, con altri quattro pezzi, da Guasparre Papini a cui lascerà, il 21 marzo 1588, la direzione dell’arazzeria medicea. La serie fu completata da Papini solo nel 1594. Degli otto arazzi, sei erano conservati nei depositi Arazzi di Palazzo Pitti e gli altri due erano esposti nel Museo dell’Opera de Duomo. L’arazzo, al quale Heikamp (1968, p.30) collegò tre disegni degli Uffizi (i numeri 724 F., 742 F. e 862 E.), è stato studiato anche dalla Lecchini Giovannoni nella sua monografia su Allori, autore dei cartoni. Il cartone venne messo in pagamento all’Allori il 10 aprile 1590, sebbene fosse stato consegnato il 29 luglio 1586. Il 14 gennaio 1588 lo Squilli aveva già terminato il panno che consegnò alla Guardaroba Medicea con altri tre della serie.Inoltre, si ricorda che il panno era senza “fregi” e che, nei due medaglioni al centro dei bordi laterali, erano raffigurate scenette diverse tra loro e dagli altri arazzi della serie. Giovanni Maria Butteri, che collaborava con il pittore, restaurò, tra il 29 maggio 1568 e il 15 gennaio 1589, i cartoni delle bordure della serie (con relativo pagamento del 10 aprile 1590), eseguendo anche i modelli per le armi granducali per due medaglioni raffiguranti episodi delle storie di Ercole (“due ovati d’Ercole”), probabilmente inseriti in alcune scenette delle bordure dei primi arazzi.
Inoltre, sembra che il panno venisse esposto, insieme agli altri sette, per le feste di San Giovanni Battista. Infatti, in una lettera datata 26 giugno 1588 scritta da Valerio Ruggeri e don Pietro dé Medici, e pubblicata dal Gori, troviamo una descrizione della festa di San Giovanni, che si celebra il 24 giugno, in cui sono descritti <<cinque bellissimi panni di Arazzi nuovi e non più visti, che si erano tessuti e lavorati al tempo del Granduca Francesco, storiati della vita di San Giovanni Battista>>, coincidenti con i soggetti della serie dell’arazzeria medicea. Tale lettera ricorda anche che sotto la Loggia dé Lanzi venivano esposti, contemporaneamente, gli arazzi con le “Storie di San Giuseppe”, una serie realizzata in gran parte su cartoni di Agnolo Bronzino.Non sappiamo se la serie di San Giovanni fosse stata commissionata dai Medici proprio per essere usata per le festività annuali del santo patrono della città, cui il paramento è dedicato, ma in ogni caso, sappiamo che nel 1591 ancora incompleta, fu nuovamente esposta, ma questa volta sotto la Loggia, mentre la serie con le storie di Giuseppe appesa alla Ringhiera di Palazzo vecchio.L’opera è caratterizzata da un’attenzione quasi esasperata all’ornamento, nel costume e nell’arredo (perfetta raffigurazione del letto a "cortinaggio" diffuso nel Cinquecento), da un impianto compositivo complesso molto vicino al virtuosismo bronzinesco dell’arazzo nell’arazzo (che Bronzino aveva inserito nel “Giuseppe fugge dalla moglie di Putifarre” della serie con le storie di San Giuseppe). Le bordure sembrano simili a quelle per la serie, sempre dell'Allori, per Santa Maria Maggiore a Bergamo. Secondo Shearman (1965, I, p. 207) la serie si ispirerebbe alle "Storie di San Giovanni" dipinte da Andrea del Sarto nel Chiostro dello Scalzo a Firenze, dalle quali derivano però solo le iscrizioni.
Attualmente l'arazzo é conservato presso il Deposito Arazzi della Galleria del Costume di Palazzo Pitti di Firenze (Inventario Arazzi, n.102, 1912/1925, Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze).
Relazione iconografico religiosa
Nel culto e nell’iconografia cristiana San Giovanni Battista occupa un posto di particolare rilievo; è l’unico tra i santi di cui si celebra la natività e il giorno della morte, come avviene per il Cristo e la Madonna. Oltre ad essere apostolo fu anche evangelista e gli sono attribuiti il primo libro dell’Apocalisse, il IV Vangelo e tre lettere che narrano i fatti di cui era stato testimone. Giovanni era il più giovane degli apostoli e il più vicino a Gesù tanto che alla sua morte prese in custodia sua madre Maria. La sua figura è legata a Firenze in quanto patrono della città e a Lui è dedicato il Battistero antistante la Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Probabilmente, la serie dell’arazzeria medicea con le scene della vita del santo fu commissionata e realizzata proprio per essere usata per la festività annuale di San Giovanni, che cade il 24 giugno.Nell'iconografia il suo attributo principale è un lungo bastone da viandante sormontato da una piccola croce, con la scritta Ecce agnus Dei ("Ecco l'Agnello di Dio”); è vestito con l'abito di pelle di cammello, a cui a volte si aggiunge il mantello rosso, segno del martirio (altro attributo è l’aquila in richiamo all’inizio del suo Vangelo, il calice con serpente e il calderone colmo di olio bollente, per l’episodio del suo mancato martirio).