Oggetto e soggetto
Definizione
Pianeta
Denominazione/dedicazione
Pianeta di Odoardo Farnese
Soggetti
- Stemma cardinalizio di Odoardo Farnese
- Unicorno
- Angelo
- Cherubino
- Sant'Odoardo
- Sant'Ermenegildo
- Gesù Cristo benedicente con globo terracqueo
- San Paolo
- San Pietro apostolo
- Angeli apteri
Cronologia
Secolo
XVI-XVII
Anno
.
Da
1590
A
1610
Motivazione cronologica
Bibliografia
Autore
Carracci, Annibale; Manifattura italiana
Localizzazione geografica amministrativa
Denominazione
Museo dell'Opera di Santa Maria del Fiore
Complesso monumentale di appartenenza
Complesso monumentale di Santa Maria del Fiore
Luogo
25_Sala del Tesoro
Altre localizzazioni geografico-amministrative
Provenienza
- Roma
Rapporto
Stadio opera
Opera finale
Dati analitici
Iscrizioni
- Greco
- Ricamo
- Capitali greche
- A tergo, nei nastri che cingono i mazzetti di gigli
- [...]/ TEO [...] HOMA<?>
Emblemi e marchi
- Stemma
- A tergo, in fondo alla colonna
- D'oro, a sei gigli d'azzurro posti tre in capo, due al centro ed uno in punta
Identificativi
Tipo di identificativo
Catalogo generale
Inventario 2005 dell'Opera
337
Fonti e documenti di riferimento
Bibliografia
- Casalini E./ CIardi Duprè Dal Poggetto M. G. (a cura di)
- Tesori d’arte dell’Annunziata di Firenze
- 1987
- Cat. n. 116, pp. 460-463
- TAv. CII
Relazioni
Descrizione
Pianetas in tessuto di raso da 8 scocamento cinque di seta con ricamo in applicazione di gros de Tour, trafilato d'argento, dipinto prodotto da un ordito e da due trame di seta bianca e da una trama d0artgento. I ricami sono completati in argento filato e dorato. La pianeta presenta un ornato a racemi e girami vetali fogliati verdi, conclusi da giglietti e includenti, a tergo: in alto Cherubini, sotto angeli, quindi coppie di angeli apteri; sul davanti: Cherubini, quindi angeli apteri (o profeti? santi?) e infine coppie di angeli apteri. La colonna è ornata da una ricca decorazione a fogliette stilizzate, che risparmiano ogive entro cui sono mazzetti gigli con nastri recanti un motto e unicorni; in fondo è lo stemma cardinalizio di odoardo Farnese. A tergo, la croce è ornata similmente alla croce, ma nelle ogive si riconoscono, nel braccio orizzontale, Cristo tra Pietro e PAolo, nella sezione inferiore del braccio verticale, sant'Ermenegildo e san Odoardo. Il perimetro è arricchito da una frangia oro
Dati tecnici
Materiali
seta, filati metallici, supporti dipinti
Tecnica
Pittura, ricamo, trafilatura
Misure
- Altezza: 134 cm; Larghezza: 96 cm;
Restauri
Restauro
- Data: 1969
- Situazione: Grazie alla presenza di alcuni numero di inventario e alla targhetta stampata recante l'iscrizione, è stato possibile risalire all'intervento di restauro realizzato sulla pianeta dalla ditta fiorentina di Alfredo Clignon. Il restauro fu commissionato a seguito dell'alluvione del 1966. Grazie alla ricerca presso l'ufficio restauri dell'Opificio delle Pietre Dure è stato possibile risalire alla scheda di restauro: "L'opera d'arte è stata montata in tutti i suoi pezzi come si può vedere dalla documentazione fotografica. Poiché detta opera contiene varie figure dipinte in teletta in argento e applicate sulla pianeta, nella impossibilità di poterle staccare,il lavaggio ha richiesto un minuzioso intervento con acqua distillata e minuscoli spazzolini in ogni parte dell'oggetto onde liberare il ricco ricamo dall'abbondante fango penetrato nel ricamo stesso. Non si è potuto procedere ad un lavaggio in immersione. Sul retro del ricamo, al tempo della realizzazione dell'opera era stato applicato un collante per rendere più rigida la pianeta. L'umidità dell'alluvione aveva generato l'instaurarsi di una serie di piccolissimi vermi per cui si è dovuto ripassare il tutto con alcool puro. L 'intervento di restauro è consistito nel formare molte parti del ricamo staccato e, lungo i margini contornanti la pianeta è stata reintegrata trama e tessuto logorati dall'uso del tempo. La foderatura è stata rifoderata completamente nuova in seta ermesino in tinta. La fodera originale non era più usabile."
- Nome operatore: Marietta Clignon Natali e Lorenzetti Assunta
- Data: Giugno 2014 - Settembre 2015
- Situazione: Premessa metodologica: Lo studio della pianeta finalizzato al rilievo dello stato di conservazione, alla comprensione della tecnica di esecuzione e soprattutto degli interventi di restauro post alluvione, è stato tutto propedeutico a quelle che poi sono state le scelte metodologiche operate durante l'intervento di restauro. L'intervento eseguito è stato molto complesso e difficile, l'esteso restauro della ditta Clignon non ha permesso di rimuovere nessuna integrazione, perché ciò avrebbe determinato una grossa perdita di materiale originale residuo, non solo, avrebbe provocando anche una grossa instabilità meccanica generale a tutta l'opera. Nella relazione, di Clignon non vengono descritti i trattamenti eseguiti sulle figure dipinte questi non documentati solo con le fotografie del prima e del dopo (vedi anche l'inserimento della toppa nella figura dipinta). L'ipotesi degli interventi potrebbe essere la seguente: uno ante alluvione, poi quello eseguito dalla ditta fiorentina, non si può esser certi che c'è ne sia stato un altro successivo che spieghi la presenza dei due punti posato, oppure sia stato realizzato dallo stesso Clignon. Sulla base degli interventi eseguiti e di comune accordo con la funzionaria di Soprintendenza (dott. sa Simari) e il Committente (arch. Beatrice Agostini e dott. Bruno Santi) è stata scelta di applicare una metodologia di tipo conservativo, finalizzata alla stabilizzazione dei precedenti restauri. questo è stato possibile in quanto lo stato generale di conservazione a livello meccanico era classificabile tra discreto e buono, inoltre il vecchio restauro sul piano estetico non si integrava armonicamente con l'opera. La pulitura: Eseguita la documentazione fotografica dell'opera, si è proceduto con le prove di pulitura finalizzate al monitoraggio e alla rimozione delle polveri superficiali. Inizialmente sono state individuate due aree, una per la parte pittorica e l'altra per il ricamo, per eseguire le prove di pulitura ad aria per micro-aspirazione. Questo tipo di trattamento permette la rimozione dello sporco superficiale e più in generale di tutto quel materiale che si deposita sulla superficie tessile e aderisce per elettrostaticità. Le zone scelte, volutamente, sono state individuate sul fronte nel registro inferiore, ovvero le parti più degradate e più manipolate rispetto al resto della pianeta. Le aree sono state di 2 cm x 2 cm e l'intervento è stato eseguito con un micro-aspiratore della Phase utilizzando una minima depressione variabile da 15 a 20 kPa. La pulitura è stata eseguita lungo la direzione della trama e dell'ordito per le figure dipinte, invece, per i ricami è stato seguito l'andamento del ricamo. Al fine di eseguire una pulitura accurata sono stati adoperati puntali in pirex dal differente diametro. I risultati ottenuti dalla pulitura ad aria per micro-aspirazione non sono stati eclatanti, l'opera infatti all'arrivo in laboratorio si presentava particolarmente pulita, come documentato nelle tabelle sopra riportate. Sulla base di questi test preliminari è stato quindi deciso di procedere con una micro-aspirazione controllata di tutto l'opera in trama e ordito per le figure dipinte e nel verso dei filati e ricami metallici. Anche per il raso è stata eseguita la pulitura solo lungo l'ordito al fine di non stressare eccessivamente il tessuto caratterizzato da lunghe briglie di legatura. L'intervento è stato quindi eseguito con un puntuale in pirex di alcuni millimetri di diametro, così da assicurare una migliore pulitura delle varie parti "tridimensionali" del tessuto. Per le parti dipinte è stato preferito l'uso di un tulle sintetico durante l'aspirazione così da evitare perdite di colore durante l'intervento. Dopo la micro-aspirazione dell'opera eseguita sia sul fronte che sul retro e nella fodera, quest'ultima eseguita con un puntale molto più largo, è stato proseguito l'intervento di pulitura mediante gomma vulcanizzata solo per le parti ricamate. Questo tipo di intervento ha avuto lo scopo di rimuovere tutto ciò che crea un film di natura grassa in superficie e pertanto non rimovibile con la sola pulitura ad aria. Anche per questo tipo di trattamento sono state fatte delle prove preliminari per capire quanto potesse essere efficace e decidere conseguentemente le modalità esecutive. Le zone selezionate sono state due una nella parte anteriore della pianeta l'altra nella croce. La pulitura è stata condotta tagliando la gomma vulcanizzata in piccoli pezzi in base alle zone da trattare e seguendo l'andamento dei vari ricami. I risultati ottenuti dalla pulitura con gomma vulcanizzata sono stati osservati al video microscopio, ed è stata rilevata una leggere e migliore lucentezza dei filati metallici trattati visibile già ad occhio nudo. La fase finale dell'intervento di pulitura si è conclusa con un ultimo trattamento delle superfici metalliche mediante pietra d'agata utilizzata solo per i ricami della croce. Questo tipo di intervento già sperimentato da anni all'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, permette di lucidare la superficie dei vari filati metallici. L'intervento segue l'andamento della torsione del filato metallico e oltre a lucidare, facilita la rimozione di eventuali prodotti di ossidazione generalmente presenti sui filati metallici. Il trattamento è stato combinato con l'uso del microaspiratore chirurgico al fine di rimuovere eventuali depositi. Il risultato finale dopo la pulitura è stato buono sia per quanto riguarda l'aspetto conservativo che estetico. Umidificazione: le figure dipinte della zona inferiore sono interessate da deformazioni dovute molto probabilmente all' uso della pianeta. Queste deformazioni erano presenti nella documentazione fotografica del prima e del dopo il restauro operato dalla ditta di Clignon. Con lo smontaggio della fodera è stato possibile studiare queste deformazioni anche sul retro; si è potuto così constatare che la cucitura del cordonetto perimetrale aveva contribuito su alcuni punti a formare delle pieghe orizzontali a carico della tela di lino del ricamo. Lo studio della stratificazione delle figure dipinte non è stato definito in maniera chiara a causa della poca accessibilità anche in corrispondenza dei vari degradi. La tela di lino visionabile sul retro della pianeta è stata cucita al tessuto di fondo del ricamo (il raso). In corrispondenza delle figure angeliche dipinte è stata inoltre riscontrata la presenza di un supporto molto probabilmente di natura cellulosica di colore chiaro. Di questo supporto non è stato possibile capire se fosse stato utilizzato abbinato alla teletta da dipingere, o se fosse stata un'aggiunta successiva finalizzata a rendere ancor più rigida la teletta dipinta. Dalle fotografie al video microscopio non è stato possibile capire se il supporto fosse stato incollato al raso oppure alla teletta. I pochi dati rilevati hanno orientato l'intervento per un trattamento di umificazione graduale impartito dal retro delle figure dipinte. L'umidificazione è stata preceduta da una piccola prova di stabilità dei pigmenti realiuata bagnando leggermente un cotton -fioc e tamponando poi leggermente solo le zone interessate dalla deformazione e dipinte. I risultati ottenuti non hanno evidenziato nessuna perdita di colore né di fibrille pertanto si è potuto procedere con l'umidificazione. Inizialmente è stata eseguita una nebuliuazione della tela di lino, poi l'area è stata bloccata con dei pesini di vetro fino alla sua completa asciugatura. I risultati ottenuti non hanno evidenziato nessuna attenuazione delle deformazioni. In accordo con la D.L. é stato deciso di eseguire un taglio orizzontale della fodera solo in corrispondenza della piega, così da poter permettere da un lato una maggiore conoscenza delle varie stratificazione e poi poter umidificare in maniera più profonda i vari strati. L'umidificazione è stata eseguita sia con il goro-tex che con il nebulizzatore ad ultrasuoni, mentre per quanto riguarda l'asciugatura si è sfruttata la potenza aspirante di una piccola tavola a depressione. Anche in questo caso i risultati sono stati poco soddisfacenti. L'ultima prova invece è stata condotta direttamente sul fronte dell'opera con gore-tex1, l'area interessata era molto esigua.ma purtroppo anche in questo caso i risultati non hanno corrisposto alle aspettative, le deformazioni sono state attenuate in maniera quasi irrilevante, pertanto è stato deciso di mantenerle e di procedere con la fase successiva di consolidamento. Lo stato di conservazione della pianeta a livello strutturale all'arrivo in laboratorio era buono, tuttavia sono state rilevate delle consunzioni a volte accompagnate da piccoli tagli in corrispondenza delle spalle e nella zona inferiore. Su queste aree è stato deciso di effettuare una fermatura locale a punto posato con organzino di seta tinto di un colore simile all'originale. Lo scopo di queste cuciture è stato quello di evitare un'eventuale apertura delle aree danneggiate contribuendo così anche ad una messa in sicurezza dell'opera. el contempo sono stati rimossi degli interventi molto grossolani che fermavano dei filati metallici nella spalla e altri che interessavano invece le figure dipinte. Nel primo caso erano dei punti lanciati a raggiera eseguiti molto grossolanamente. el secondo caso sono dei punti posati effettuati con lo scopo di bloccare le trame sollevate dalle figure dipinte me già approfondito nello stato di conservazione. Dopo la rimozione dei rammendi grossolani, l' intervento di consolidamento è stato diversificato per quanto riguarda le aree con filati metallici che caratterizzano i ricami da quelle dipinte. In particolare per le aree con filati metallici sono state eseguite delle cuciture seguendo la medesima tecnica dell' originale a "punto tela" con una cucitura meno ravvicinata rispetto a quella originale, così da non essere troppo invasiva a livello conservativo utilizzando un filato di organzino di seta. Per quanto riguarda le parti dipinte, i rammendi sono stati rimossi, poi sono stati inseriti dei piccoli supporti di organza tinta con il fine di creare una struttura di supporto nella parte sottostante al gros de Tour ( teletta d' argento). La fermatura delle trame ha seguito la rilegatura dei filati metallici con organzino di seta, anche questo tinto. Questo metodo di fermatura ha permesso di parallellizzare le trame scomposte dal punto posato e soprattutto ha reso la superficie stabile a livello meccanico. Durante il consolidamento per facilitare l'intervento, è stata adoperata una griglia realizzata con un cartone non acido, sul quale sono stati tensionati dei filati. Una volta consolidati i due rammendi delle figure dipinte a punto posato, l' attenzione dell' intervento è stato spostato alla figura dipinta del registro inferiore del lato sinistro. Questa in particolare presentava una consistente pennellata di colla finalizzata al consolidamento locale di una lacerazione. La perdita di adesività da parte del collante ha determinato l'apertura della lacerazione. Grazie all'analisi al video microscopio e all'UV è stata osservata la presenza di un'estesissima toppa di tela di lino (?) identica per armatura e tipologia a quelle adoperate da Clignon per le integrazioni del raso di seta. La toppa dall'analisi al video microscopio presentava delle pieghe che incidevano negativamente sulla figura dipinta dell'angelo, pertanto in accordo con la D.L. e la Committenza è stato deciso di rimuoverla. La rimozione della toppa purtroppo non è stata totale perchè risultava cucita o incollata al cordonetto perimetrale che rifinisce la figura dipinta. Questa informazione è stata molto importante per capire come Clignon o chi per lui abbia potuto eseguire l'intervento. Non si può quindi escludere l'ipotesi che siano stati operati degli smontaggi parziali o totali delle figure per consolidarle, senza però, documentare l'intervento nella relazione. Questo intervento, non documentato nella relazione da parte della ditta fiorentina, lascia molti interrogativi sull'intervento nelle figure dipinte. Infatti dalla documentazione fotografica presente in archivio (OPD), alcuni rammendi grossolani presenti prima dell'intervento non sono stati rilevati nelle fotografie dopo il suo restauro, anzi le aree risultavano trattate localmente con adesivo uno dei casi più eclatanti è quello della figura angelica presente sul retro della pianeta. Il consolidamento dei numerosi filati metallici che appartengono alla teletta d'argento della figura dipinta, sono stati fermati a cucito con organzino di seta, limitando però l'intervento a cucito perché trattandosi di una superficie pittorica. Infatti laddove era presente un notevole strato pittorico è stato evitato di procedere con la fermatura poichè ne avrebbe determinato una frantumazione del film pittorico e quindi una sua perdita ed è stato preferito operare delle cuciture laddove la presenza di colore era assente, oppure era imbottito all' interno della struttura. Questo limite ha portato a non seguire una scansione e una fermatura ben definita come quella utilizzata in corrispondenza dei rammendi. L'intervento caratterizzano di la croce consolidamento esi è concluso con la fermatura dei ricami, e in particolare delle canutiglie che la colonna della pianeta che risultavano sollevate dal tessuto in raso a causa dell'interruzione dell'anima interna in seta. La fermatura di tutte le canutiglie è stata eseguita inserendo al loro interno un filato di organzino che ha avuto la funzione di ripristinare l'anima oramai mancante o spezzata, poi l'organzino è stato bloccato al tessuto in raso a punto indietro. I galloni esterni che rifiniscono il collo sono stati bloccati a punto sopraggitto con organzino di seta laddove risultavano scuciti. La fase finale dell' intervento è stata caratterizzata da un nuovo riposizionamento se pur limitato della zona inferiore della croce. Questa scelta metodologica decisa con la committenza D, è stata fatta con lo scopo di ridurre alcuni rigonfiamenti e deformazioni superficiali. Inizialmente è stata operata una scucitura, poi si è cercato di riposizionare senza sacrificare ne determinare uno squilibrio nella lettura dei motivi, poi si è proceduto con la fermatura dell' area smontata tenendo conto e seguendo la tecnica originale utilizzando un filato di seta. l'intervento è terminato con la cucitura della fodera già presente, questa è stata fermata lungo il bordo perimetrale a sopraggitto con organzino di seta tinto di un colore simile all'originale. Il restauro dei merletti: alcuni paramenti sono pervenuti in laboratori con dei merletti, come già descritto nel corso della relazione, questi copri colletto sono stati rimossi tutti su volere della Committenza e della D.L. fatta eccezione per quello presente sulla pianeta denominata puntunghero. I copri collo sono stati realizzati ad ago e al momento della rimozione dalle opere avevano uno stato di conservazione diversificato. Quello più sporco e ingiallito era quello appartenente alla pianeta violacea con fiori e nastri 47/a), seguito poi da quello applicato sulla pianeta S. Reparata, gli altri due erano caratterizzati da lievi ingiallimenti in corrispondenza della piega. Il trattamento eseguito ha previsto una prima pulitura ad aria per microaspirazione (fronte e retro), poi si è proceduto con l'immersione in acqua e tensioattivo anionico (Saponina diluita in acqua allo 0.05%). la pulitura ad umido è stata condotta in delle vaschette ed ha avuto la durata complessiva di venti minuti. Dopo il risciacquo, i merletti sono stati posizionati sul tavolo e bloccati localmente con dei pesi di vetro. l'asciugatura è stata graduale a temperatura ambiente. Il risultato ottenuto dopo la pulitura ad umido è stato buono infatti le fibre risultavano pulite e i tessuti non erano più deformati. I merletti sono stati posizionati su un pannello costruito su misura, costituito da un'anima interna in Plastozote un materiale inerte molto utilizzato per la conservazione preventiva per le opere, preferito al legno o ad altri prodotti perché alto e molto leggero. Al fine di conferire una certa rigidità alla struttura sulla parte superiore e inferiore è stato incollato un cartoncino non acido dello spessore di 3 mm. Il pannello è stato rivestito con un lino tinto di colore cammello scelto preliminarmente con la Committenza. Una volta ultimata la preparazione del pannello sono stati posizionati i copri colletti e quindi fermati a cucito lungo i bordi laterali e quello superiore. La cucitura utilizzata é il punto filza ed é stata realizzata con organzino di seta. Sopra il pannello è stato posizionato un foglio di carta velina non acida e poi a seguire un cartoncino non acido di 1,5 mm. La struttura è stata bloccata con tre fettucce che sono state annodate. Alla fine, il tutto è stato protetto con altra carta velina.
- Ente responsabile: Opera di Santa Maria del Fiore
- Nome operatore: Simona Morales
- Ente finanziatore: Opera di Santa Maria del Fiore
Mostre
Mostra
- Titolo mostra: Tesori d’arte dell’Annunziata di Firenze
- Luogo mostra: Firenze, Basilica Santuario della Santissima Annunziata
- Data inizio mostra: 31 dicembre 1986
- Data fine mostra: 31 maggio 1987