Descrizione
L'opera è una tempera su tavola di formato rettangolare orizzontale raffigurante la chiamata dei santi Andrea e Pietro: su un fondo a finto mosaico a tessere dorate si staglia dominato al centro dal mare di Galilea, mentre un lembo di terra pietroso e imperlinato da conchiglie a vite alternate a qualche fioritura, corre lungo l'estremità inferiore a unire le due sponde del lago, caratterizzate da un paesaggio brullo. A sinistra è una riva montagnosa dove due personaggi in abbigliamento quattrocentesco discutono: uno indica all'altro qualcosa verso la destra dell'osservatore; a sinistra, in basso, è un pescatore seduto, di profilo, con canna e cesta, barba scura curata, manto blu e cappello con tesa a punta. Il lago è abitato di pesci visibili in semitrasparenza, al di sopra del quale, al centro del dipinto, galleggia la barchetta lignea dei due santi pescatori, entrambi nimbati d'oro: Pietro è in tunica oro su veste azzurra, canuto, testa e barba ricce; con un arpione aiuta il compagno a sollevare una rete carica dall'acqua. Andrea è invece in corpetto rosso scuro, ed è canuto, con capelli e barba lunghi. Sulla riva destra è il Cristo, eretto, con aureola crociata, veste rossa e manto blu bordati d'oro, capelli e barba castani lunghi e fluenti, volto affilato. Egli accoglie con la sinistra Andrea che è genuflesso ai suoi piedi (e ora coperto da un manto verde), mentre con la destra benedice Pietro rivolgendosi a lui. Questi sta ora scendendo dalla vascelletto ormeggiato e ad esso indica con fare interrogativo. Cristo è seguito da tre personaggi: uno anziano (Zebedeo?), con barba canuta e testa calva coperta da un velo bianco e vestito di un mantello dorato; alla sua sinistra è un giovane imberbe, con la testa inclinata cinta con capelli castani fluenti, in tunica blu (Giovanni?); e alla sua destra un secondo di età matura, con capelli e barba castani ondulati e mantello rosso bordato in oro (Giacomo?). Alle loro spalle, sullo sfondo di due cime montagnose è una città fortificata da mura, munita di tre porte, di cui la frontale vede raffigurata l'Annunciazione a Marianella parte soprastante l'ingresso un mosaico a fondo oro; dall'interno fanno capolino una varietà di edifci in marmi variegati e forme diverse: al centro di molte torri ve n'è uno cupoliforme, sormontato da una croce.
Notizie storico critiche
L'importanza di quest'opera è stata riconosciuta dalla critica non tanto nel suo valore artistico, quanto storico-documentario: è infatti l'unica copia ad oggi nota del perduto dipinto di Masolino, forse già in collaborazione con Masaccio, affrescato nel lunettone superiore sinistro della Cappella Brancacci, poi perduto per i rifacimenti di quell'ambiente del 1746-1748 e quindi nell'incendio del 1781, ma ricordato dal Vasari. La tavola è forse identificabile con quella già in collezione Giovanelli a Venezia, nota da una foto di Filippi Venezia e pubblicata da Barbantini nel 1908, con attribuzione a Girolamo da Santacroce. La tavola è stata poi ripubblicata dal Longhi nel 1940 come apografo fedele di Masolino del XVIII secolo, ed egli la usò per riconoscervi fin da questa prima fase dei lavori alla Brancacci la collaborazione del giovane Masaccio. Mario Salmi la ripubblicò nel 1948; mentre il Berti, nel 1988 e nel 1990 la riferì a un artista "non italiano" della seconda metà del XVI secolo. Le misure approssimative dei precedenti bibliografici non permettono la certa identificazione di questa tavola con quella Giovanelli. Altri apografi noti del lunettone di Masolino sono: una scena del Trittico di Andrea di Giusto a Ripalta segnalata da Salmi e riprodotta dal Berti (che la considerò apografo ben più misero della tavoletta Giovannelli), e un disegno pubblicato dal Meiss nel 1964 e pubblicato dal Berti nel 1969
Relazione iconografico religiosa
L'episodio narrato è tratto da Mt 4,18-22: "Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono".
La città sullo sfondo è identificabile con Nazareth, poiché l'episodio narrato si svolse in Galilea e peché il dettaglio dell'Annunciazione a Maria immaginato istoriato sulla porta sta a indicare che è quella la città dove avvenne quesll'episodio
E' potizzabile che il dipinto celi un messaggio teologico o politico. Se si considera che i santi Pietro e Andrea sono i principi rispettivamente della Chiesa cattolica "latina" e dell'orientale ortodossa e se si tiene presente che nel giro di anni dell'affresco originale v'erano fermenti per un concilio che portasse al superamento dello scisma d'oriente, è credibile ritenere che il dipinto abbia un valore di manifesto di riconciliazione delle due chiese sotto la comune fede cristiana. Anche la figura di pescatore sulla sinistra, in particolar il suo cappello appuntito, rimanda agli abiti costantinopolitani dei Paleologi